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domenica 26 aprile 2015

Io NON sono perfetta e voi?!

In questo post, ho deciso di affrontare un argomento piuttosto serio e alquanto comune nonostante sia ancora oggi poco "affrontato" alla luce del sole.
Mi sto riferendo agli stati ansiosi e più precisamente agli attacchi di panico.


Mi permetto di parlarne solo perchè, sono stata vittima in passato di questo genere di eventi e poi con il tempo, sempre più spesso mi è capitato di trovarmi a confrontare con altre persone che come me, anche se con sfaccettature diverse, ne soffrivano.
Persone che mai avrei associato a questo genere di "problema" e che invece per motivi svariati che non sto quì ad elencare, si trovavano a farci i conti più o meno spesso.
Ma partiamo dall'inizio.
Frequentavo la prima o seconda media, quando durante l'ora di educazione fisica, intenta a giocare una partita di pallavolo, in mezzo al campo della palestra, ad un certo momento comincio ad avvertire qualcosa di strano in me.
Non sapendo cosa potesse essere e presa (appunto) dal panico, mi dirigo verso la mia insegnante di allora.
Quello fu solo il primo di una lunga serie di quelli che solo in seguito capii, trattarsi di attacchi di panico.
Che cosa stava accadendo? Quale problema di salute avevo? Di domande me ne sono poste parecchie...e certo... chiunque altro al posto mio avrebbe fatto lo stesso.
Succedeva che mentre ero presa a fare tutt'altro, nella quiete e tranquillità (apparente) più assoluta, iniziavo a sentire una morsa nello stomaco, una paura così intensa che mi portava a dirigermi il prima possibile dalla persona più vicina, a prendere la sua mano ,pregandola di non muoversi e di non parlarmi per nessun motivo. Niente intorno a me doveva mutare mentre provavo quella paura così intensa.
Se capitava che qualcun'altro si trovasse nella nostra stessa stanza , anche questa persona non doveva muoversi o nemmeno sfiorarmi, altrimenti la paura sarebbe aumentata.
In quel momento, pur trovandomi in luoghi famigliari, come poteva essere la mia casa, tutto diventava estraneo, riuscivo a riconoscere a malapena solo la stanza in cui ero, tutto il resto era come se non  lo ricordassi.
Nei casi in cui iniziavo ad avvertire l'attacco di panico e sapevo che l'unica persona nelle vicinanze era troppo lontana per riuscire a raggiungerla prima che la paura diventasse troppo forte, ero costretta a rimanere da sola, in attesa di superare da sola quel momento o chiamando qualcuno al  telefono.
Pian piano la paura diminuiva, tutto tornava ad essere famigliare. L'ambientazione intorno a me, riprendeva l'aspetto di sempre e io mi sentivo di nuovo me stessa, padrona di me stessa.
Per molto tempo in molti mi ripetevano che alla base di questi episodi c'era un problema di fondo che potevo conoscere e riconoscere solamente io e una volta capito quale fosse ..gli attacchi di panico sarebbero scomparsi così come erano arrivati.
Inizialmente quasi non ci credevo, non pensavo potessi da sola, risolvere la questione.
Ma poi notai ad esempio, che gli attacchi di panico si ripetevano spesso, associati ad un precedente evento .
Questo vuol dire che se un giorno mentre mi stavo pettinando , mi era preso l'attacco di panico, era molto probabile che il giorno seguente o lo stesso giorno mentre nuovamente mi  pettinavo , mi riprendesse l'attacco di panico.
Il panico era diventata  una specie di routine e addirittura alcune volte, nonostante il malessere che prendeva il sopravvento , quello era l'unico momento di vero sfogo per me.
La mente era sgombra da qualsiasi altro pensiero, il corpo senza forza alcuna.
Era come fare un grande respiro e buttare fuori tutta l'aria, insieme a tutto ciò che per un motivo o per un altro mi dava fastidio che non riuscivo ad eliminare in nessun altro modo.
Per i primi anni provai
a sviare il problema fino a quando poi decisi di affrontare la cosa mettendomi in gioco davvero, analizzandomi nel profondo e riuscendo a capire cos'era che faceva scaturire tutto ciò.
Così ho trovato modi nuovi e diversi per liberarmi da ciò che mi infastidiva, evitando di tenermi tutto dentro, semplicemente parlando.
Non era niente ...i miei attacchi di panico in realtà non erano niente, era solo il mio corpo che mi intimava di farlo respirare, la mia mente che mi implorava di riposare...bastava poco, ma io non lo avevo capito...
Noi siamo molto più forti di quello che crediamo...abbiamo molte più risorse di quelle che vediamo...
Ad oggi, posso dire che eventi simili appartengono al mio passato. A volte quando avverto qualcosa che mi ricorda quei momenti, faccio un respiro profondo ed evitando di dargli troppo peso, correggo quello che sò, c'è da correggere e vado avanti..
Ognuno di noi ha delle debolezze, ma non sono e non devono essere motivo di imbarazzo. Chi non le mostra, molto probabilmente ne ha più di me, che ne sto quì a parlare!
Personalmente prendere coscienza dei miei limiti è la mia forza e se riesco anche a riderci sopra..vuol dire che ho già vinto!

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